WITTGENSTEIN: VISIONE DELLA REALTÀ

WITTGENSTEIN: VISIONE DELLA REALTÀ

la prima parte del Tractatus Logico-Philosphicus

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Nella prima tesi del Tractatus Logico-Philosophicus Wittgenstein afferma che «il mondo è tutto ciò che accade» (die Welt ist alles, was der Fall ist). E più precisamente nella tesi 1.1 Wittgenstein dice: «Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose» (die Welt ist die Gesamtheit der Tatsachen, nicht der Dinge). Con la tesi 1.2 Wittgenstein precisa: «Il mondo si divide in fatti» (die Welt zerfällt in Tatsachen). I fatti, di cui parla Wittgenstein, sono tutti gli avvenimenti, quelli attuali e quelli possibili.

I fatti, a loro volta, si dividono in fatti più semplici, che Wittgenstein chiama Sachverhalt, cioè stato di cose o fatto atomico. E questi fatti atomici sono formati da oggetti o cose o entità (a proposito di questa distinzione terminologica rimando alla parte conclusiva dell’articolo pubblicato ieri).
Gli oggetti, che sono la sostanza del mondo sono semplici e contengono in sé tutti i predicati. Si potrebbe ritrovare in questa visione della realtà un collegamento con Leibniz, il quale parlando delle monadi diceva che sono la sostanza del mondo, sono semplici e contengono in sé tutti i possibili predicati. Mentre però Leibniz aveva elaborato la sua dottrina in direzione ontologica, Wittgenstein lo fa in orientamento logico e linguistico. Ciò non toglie che anche a Wittgenstein non interessasse l’ontologia (vedi la lettera a von Flicker, riportata nell’articolo pubblicato ieri).

Non possiamo pensare gli oggetti se non combinati tra loro. Il composto più semplice a cui possono dare vita è il fatto atomico (Sachverhalt). In esso gli oggetti sono interconnessi come le maglie di una catena (cfr. tesi 2.03), sono in una determinata relazione l’uno con l’altro (cfr. tesi 2.031).

Lorenzo Cortesi

 

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