HEIDEGGER: IL TEMPO

HEIDEGGER: IL TEMPO

Sein und Zeit (XI parte)

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Per Heidegger la determinazione fondamentale del tempo è il futuro. Poiché l’Esserci è un poter essere o un progettarsi, di conseguenza il futuro è il tempo più importante. Se l’esistenza è progettazione e trascendenza essa è diretta verso il futuro.  Il tempo è lo svolgersi della cura, che costituisce, come abbiamo già visto, il carattere essenziale dell’Esserci. La cura è protesa verso il domani, ma la cura per il futuro nasce da uno stato, da un essere già (e questo è il passato). La cura è anche affaccendarsi e soffermarsi sulle cose da fare (e questo è il presente).

Il tempo è ek-stasis (cioè stare fuori):
1. Il futuro è uno stare fuori dell’Esserci per un progetto. Il trascendersi verso il futuro implica necessariamente lo stare fuori.
2. Il passato è un uscire fuori per ritrovare, per ritornare a.
3. Il presente inteso come prendersi cura delle cose è un uscire fuori verso gli strumenti o gli utensili. L’Esserci presente-al-lavoro è sempre fuori di.

Il futuro inautentico è caratterizzato dall’attenzione alla riuscita, preoccupato solo del successo.
Il futuro autentico è quello di chi vive l’apertura alla possibilità più insormontabile che è quella della morte. Il futuro autentico è vivere per la morte, che non permette all’Esserci di venir travolto dalle possibilità mondane e quindi di degradarsi.

Il passato inautentico è proprio di chi accetta passivamente la tradizione, come semplice patrimonio pervenuto. Il passato autentico è quello dell’Esserci che accetta la tradizione in modo attivo, come insieme di possibilità già vissute e che possono essere ripetute e rivissute personalmente.

Il presente inautentico è inteso come semplice urgenza di cosa da fare, che assorbono, distolgono e non danno pace. Il presente autentico corrisponde all’istante in cui l’Esserci, riassumendo ciò che è stato e ripudiando il suo passato inautentico, decide per il suo futuro.

N.B. Con la riflessione sul tempo Heidegger ha toccato la seconda parte del titolo dell’opera Sein und Zeit. Ma il lavoro è rimasto incompleto per la difficoltà di trovare un nuovo linguaggio espressivo. I neologismi, pur numerosi, che si trovano in Sein und Zeit non sono sufficienti, secondo Heidegger, per completare l’opera.

Lorenzo Cortesi

Vedi anche l’articolo pubblicato il 27 luglio 2017:

HEIDEGGER: IL CONCETTO DI TEMPO (1915)

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