TOMMASO D’AQUINO: SECUNDA VIA

TOMMASO D’AQUINO: SECUNDA VIA
ex ratione causae efficienti
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La seconda via per arrivare a Dio, che Tommaso d’Aquino presenta nella Summa theologica (I, q.2, a.3), è quella della causa efficiente.

La seconda via parte dalla nozione di causa efficiente. Troviamo nel mondo sensibile che vi è un ordine tra le cause efficienti, ma non si trova, ed è impossibile, che una cosa sia causa efficiente di se medesima; perché altrimenti sarebbe prima di se stessa, cosa inconcepibile. Ora, non è possibile che nelle cause efficienti si proceda all’infinito […]. Dunque bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio.Secunda via est ex ratione causae efficientis. Invenimus enim in istis sensibilibus esse ordinem causarum efficientium, nec tamen invenitur, nec est possibile, quod aliquid sit causa efficiens sui ipsius; quia sic esset prius seipso, quod est impossibile. Non autem est possibile quod in causis efficientibus procedatur in infinitum […]. Ergo est necesse ponere aliquam causam efficientem primam, quam omnes Deum nominant.

Alcune osservazioni:
1. Nella prima via era immediatamente evidente che qualcosa si muove; qui invece non è così scontato riconoscere subito l’azione causale fra una cosa ed un’altra. Ma se si parte dal cominciamento ad essere da parte di un ente (come ad esempio un uomo, un animale, un albero, etc.) si può logicamente dedurre che nessuno è causa di se stesso. Ma ogni cosa è effetto di una causa.
A questo proposito Sofia Vanni Rovighi ha scritto: «Ciò che comincia ad essere non può cominciare da sé, poiché dovrebbe cominciare da un sé che ancora non esiste, ossia dal nulla, e il nulla, appunto perché non è, non può far nulla né generare nulla […]. Dunque ciò che comincia ad essere deve trarre l’essere da un altro, e questo altro è la sua causa efficiente».
2. Come nella prima via, anche qui Tommaso d’Aquino esclude il rinvio all’infinito. Se vi fosse un susseguirsi a ritroso di causa in causa senza arrivare ad una causa prima incausata, non potrebbero esistere neppure gli effetti. L’effetto ultimo, per essere comprensibile, necessita di una causa prima.

Lorenzo Cortesi

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