IL REGIME TOTALITARIO DELLA GERMANIA NAZISTA

IL REGIME TOTALITARIO DELLA GERMANIA NAZISTA
Dort, wo man Bücher verbrennt,
verbrennt man am Ende auch Menschen

Mentre nell’Italia fascista, come abbiamo visto nella precedente lezione, il totalitarismo era limitato dalla presenza della monarchia e del papato, in Germania non trovava ostacoli. Vi furono tra i tedeschi uomini e donne che si opposero decisamente al nazismo? Certamente, ma fin dall’inizio, cioè dal 1933, quando Hitler divenne cancelliere del Reich, venne aperto a Dachau il primo campo di concentramento per rinchiudere i dissidenti politici. Nei Lager veniva attuato un processo di degradazione fisica e spirituale della persona. Tra il 1933 e il 1945 più di un milione di tedeschi (non ebrei) passò per i campi di concentramento. Molti altri si salvarono scegliendo la via dell’esilio.

Nel 1933 venne creata la Gestapo (Geheime Staatspolizei),cioè la Polizia segreta di Stato, i cui direttori furono Rudolf Diels (1933-1934), Reinhard Heydrich (1934-1939), Heinrich Müller (1939-1945). I membri della Gestapo venivano reclutati all’interno della polizia. Lo scopo della Gestapo era quello inquisire e avversare «tutte le tendenze pericolose per lo Stato». L’organizzazione della Gestapo fu opera di Hermann Göring vince cancelliere del Reich dal 1934 al 1941. Al processo di Norimberga la Gestapo fu condannata in blocco per crimini contro l’umanità.

Il 27 febbraio 1933, prima delle elezioni politiche, vi fu l’incendio del Reichstag, cioè del palazzo del parlamento, a Berlino, ad opera dei nazisti; ma la responsabilità dell’accaduta venne fatta ricadere sui comunisti per screditarli. Questo episodio è stata la provocazione politica che, agli occhi dell’opinione pubblica tedesca, ha segnato il passaggio dalla democrazia alla dittatura del nazismo e con ciò alla fine della repubblica di Weimar.

A partire dal 1933 iniziarono i roghi dei libri (Bücherverbrennungen) in diverse città della Germania. Il rogo più grande fu quello del 10 maggio nella Opernplatz di Berlino. Molti ricordarono le parole tristemente profetiche del poeta Heinrich Heine, che poco più di un secolo prima aveva detto: «Là dove si bruciano i libri, alla fine si bruciano anche gli uomini» (Dort, wo man Bücher verbrennt, verbrennt man am Ende auch Menschen). Tra il 1933 e il 1945 furono dati alla fiamme cento milioni di libri, perché ritenuti contrari allo spirito tedesco. Tra i numerosi autori, i cui libri furono divorati dalle fiamme, ricordiamo: Einstein, Döblin. Engels, Marx, Zweig, Gide, Brecht, Darwin, Remarque, Hemingway, Kafka, Heine, Hesse, Roth, Joyce, Proust, Musil, Freud, Marcuse, Mann, London, Zola e molti altri.

Nel 1934 fu istituita la Suprema corte popolare, detto anche Tribunale del popolo (Volksgerichtshof) per perseguire i reati politici contro il governo nazista. Sotto la presidenza di Roland Freisler, un giudice sadico e crudele, il Tribunale in pochi anni emise circa 5.300 condanne a morte.

La notte tra il 30 giugno e il 1° luglio 1934 è ricordata come la notte dei lunghi coltelli (Nacht der langen Messer) o Operazione Colibrì: per ordine di Hitler le SS e la Gestapo assassinarono Ernst Röhm, capo delle SA (Sturmabteilung – Battaglione d’Assalto) insieme ad altri esponenti del nazismo che erano diventati invisi al Führer. Le vittime furono un centinaio. Il giurista e filosofo Carl Schmitt, molto vicino al nazismo, scrisse: «Le misure prese il 30 giugno, il 1° e 2 luglio 1934 per reprimere gli attentati alla sicurezza del paese e gli atti di alto tradimento sono conformi al diritto in quanto misura di difesa dello Stato». Da questo momento le SS (Schutzstaffel – Squadre di protezione), che erano state fondate nel 1925, assunsero un’importanza maggiore rispetto alle SA. Dal 1929 al 1945 a capo delle SS rimase ininterrottamente Heinrich Himmler.

Il 2 agosto 1934, all’età di 86 anni, morì Paul von Hindenburg, presidente della Germania. Hitler, che dal 30 gennaio 1933 era cancelliere del Reich, assunse anche la carica di presidente. Con il referendum del 19 agosto del 1934 l’89,93% dei tedeschi approvò l’avvento di Hitler alla presidenza della Germania. Il titolo che Hitler si riservò fu quello di Führer und Reichskanzler.

Lorenzo Cortesi

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