FEYERABEND: CONTRO IL METODO

FEYERABEND: CONTRO IL METODO

la scienza è molto più vicina al mito
di quanto una filosofia scientifica
sia disposta ad ammettere

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Riprendo la pagina sul metodo, che ho scritto il 21 novembre, e la completo, proponendo la tesi di Paul Karl Feyerabend (1924-1994). Filosofo della scienza, di origine viennese, discepolo di Karl Popper, Feyerabend ha insegnato in molte università, soprattutto dell’area anglosassone: Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda. Con la sua opera intitolata Contro il metodo, pubblicata in inglese nel 1975, egli ha scardinato una tradizione molto radicata, non solo nella comunità scientifica, ma anche tra la gente comune. Come si può procedere nella ricerca senza metodo, senza regole, senza canoni? Tanta fatica per elaborare un metodo, e poi? Inutile e superfluo!?! Il sottotitolo dell’opera di Feyerabend la dice lunga:  Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza. La tesi principale è che il metodo scientifico classico risulta ben lungi dall’essere l’unica maniera legittima per acquisire le conoscenze. Il solo principio che vale, invece, è questo: tutto va bene. Questa è la formula dell’anarchismo epistemologico.

Attraverso un’analisi minuziosa del periodo che va da Copernico a Galileo, Feyerabend ha dimostrato che ci sono delle qualità, considerate non propriamente scientifiche, come ad esempio la fantasia e l’astuzia, che hanno facilitato il progresso scientifico. Molte scoperte sono state realizzate per caso, proprio nel momento in cui l’uomo non stava affatto seguendo il metodo. Il successo in campo scientifico non è esclusivamente l’esito di un metodo razionale, ma anche il risultato di momenti irrazionali.  Bisogna, quindi, concedere libero spazio alla creatività e all’immaginazione, evitando di lasciarsi ingabbiare nelle strettoie del metodo. Già dalle prime righe della sua opera si capisce quale scarso valore Feyerabend attribuisse al metodo scientifico: «La scienza è un’impresa essenzialmente anarchica: l’anarchismo teorico è più umanitario e più aperto a incoraggiare il progresso che non le sue alternative fondate sulla legge e sull’ordine». Perciò, in questo senso – secondo Feyerabend – la scienza è «molto più vicina al mito di quanto una filosofia scientifica sia disposta ad ammettere. Essa è una fra le molte forme di pensiero che sono state sviluppate dall’uomo, e non necessariamente la migliore».

Lorenzo Cortesi

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