NIETZSCHE: LA VOLONTÀ DI POTENZA

NIETZSCHE: LA VOLONTÀ DI POTENZA

Versuch einer Umwerthung aller Werthe 

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Nietzsche ritratto da Munch

L’opera Volontà di potenza. Saggio di una trasvalutazione di tutti i valori (Wille zur Macht. Versuch einer Umwerthung aller Werthe) è una raccolta, pubblicata postuma, di inediti nietzschiani: la prima edizione, a cura di Peter Gast, è del 1901; la seconda edizione a cura dello stesso Peter Gast e di Elisabeth Förster, la sorella di Nietzsche, è del 1907. Seguirono molte altre edizioni, ulteriormente ampliate per quanto riguarda il numero degli aforismi (oltre un migliaio).
Gli autori della raccolta delle pagine nietzschiane furono accusati, in primis la sorella di Nietzsche, di aver fatta una scelta arbitraria dei testi, di averli ritoccati e falsificati. L’opera va letta come un collage di aforismi e di citazioni elaborato da terzi, il cui obiettivo era quello di ricostruire il pensiero dell’ultimo Nietzsche.

Nel primo libro si tratta dell’avvento del nichilismo: «Ciò che io racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l’avvento del nichilismo». Il nichilismo è la generalizzazione del fenomeno della decadenza. Il nichilismo passivo o imperfetto è tipico di chi si limita a prendere atto della decadenza dei valori e rinuncia completamente alla volontà. Il nichilismo passivo deve essere solo un momento di transizione verso il nichilismo attivo, che è proprio di chi non assiste passivamente al tramonto dei vecchi valori, ma se ne fa interprete: smaschera la falsità dei vecchi valori della tradizione e si apre ai nuovi (superuomo, eterno ritorno, fedeltà alla terra, ecc.).

Nel secondo libro Nietzsche riprende la critica alla religione, alla morale e alla filosofia, che già aveva trattato a lungo nelle sue ultime opere, quelle della cosiddetta fase del crepuscolo.

Nel terzo libro viene spiegato il significato della volontà di potenza in tutti gli ambiti della realtà: nella natura, nella scienza, nella logica, nella coscienza. L’espressione non va intesa come volontà di dominio e di potere sugli altri. Come ha detto Heidegger la volontà di potenza nietzschiana è la volontà che vuole se stessa. Davanti al nulla dei valori, all’assurdità del mondo, alla realtà della sofferenza, la volontà di potenza è la volontà dell’individuo di affermare se stesso e la propria prospettiva sul mondo.

Nel quarto libro si ritrova il tema della due morali: quella dei deboli e quella dei forti, quella volgare e quella nobile (cfr. La genealogia della morale). E Nietzsche si schiera decisamente dalla parte della morale dei forti.

Lorenzo Cortesi

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