PORFIRIO: SULL’ ASTINENZA DALLA CARNE

PORFIRIO: SULL’ ASTINENZA DALLA CARNE
un’alimentazione priva di carne
procura un senso di pace alla ragione

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La prima grande opera, divisa in quattro libri, scritta in difesa degli animali è stata il Περὶ ἀποχῆς ἐμψύχων (De abstinentia ab usu animalium)  di Porfirio di Tiro (III sec. d.C.), biografo di  Plotino e curatore delle sue opere.
In linea con la tradizione pitagorica e neoplatonica Porfirio ha ritenuto doveroso per l’uomo astenersi dalle carni degli animali. Le principali ragioni che hanno condotto Porfirio ad abbracciare tale dottrina sono le seguenti:

1. Gli animali sono dotati di sensibilità, anzi «ne hanno più degli uomini»; inoltre «hanno il discorso interiore e sono ragionevoli per natura». L’uomo può procurasi il sostentamento senza dare la caccia agli animali, arrecando loro inutili sofferenze: «Il superamento di un universo di dolore inutile è possibile: sicuramente Dio non ha fatto in modo che ci fosse impossibile assicurare la nostra salvaguardia senza fare del male ad altri per cibarsene».

2. L’amore dell’uomo per la natura si deve tradurre, in nome della giustizia, in un’attenzione particolare verso le creature più innocenti: «Chi ama tutta la natura animata non odierà nessuna classe di esseri innocenti e, quanto maggiore sarà il suo amore per il tutto, tanto più profondamente egli coltiverà la giustizia verso una parte di esso, quella parte a cui è più legato».

3. In forza della dottrina della metempsicosi, ovvero della trasmigrazione della anime degli uomini nei corpi animali, cibarsi di carne di equivarrebbe ad una forma di cannibalismo.

4. Una dieta vegetariana è salutare, concorre a rendere più leggeri corpo e mente e facilita lo studio della filosofia: «Un regime vegetariano contribuisce alla salute e nello stesso tempo ad acquisire una resistenza commisurata agli sforzi che l’esercizio della filosofia richiede».

5. L’amore per gli animali rimanda all’amore per gli uomini: «È chiaro infatti che chi ha la sensibilità di declinare la violenza assassina contro i viventi di altre specie, avrà anche l’intelligenza di non fare del male a quelli della sua stessa specie».

6. Il vegetariano – secondo Porfirio – è tendenzialmente più buono del carnivoro: «Un’alimentazione priva di carne, essenziale e facile da procacciarsi per chiunque […], procura un senso di pace alla ragione che predispone i mezzi per la nostra salvezza. Come dice Diogene, infatti, dai mangiatori di farina non provengono né ladri né nemici mentre è dai mangiatori di carne che nascono spie e tiranni».

Testo consigliato per approfondire la tematica qui sinteticamente trattata: Porfirio, Astinenza dagli animali, testo greco a fronte, a cura di G. Girgenti e A.R. Sodano, Bompiani, Milano, 2005, pp. 564.

Lorenzo Cortesi

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