TOMMASO D’AQUINO: SUMMA THEOLOGICA (I, q.1, a.10)

TOMMASO D’AQUINO: SUMMA THEOLOGICA (I, q.1, a.10)
utrum Sacra Scriptura
sub una littera habeat plures sensus

Nell’articolo decimo, l’ultimo della prima questione della prima parte della Summa Theologica, Tommaso d’Aquino discute attorno ai sensi della Sacra Scrittura e si chiede se un medesimo testo biblico possa essere interpretato con un solo senso o con più sensi, cioè storico o letterale, allegorico, tropologico o morale, anagogico.

Qualcuno ritiene che se un testo racchiudesse più sensi si creerebbero confusione ed inganno (confusio et deceptio). Ma Tommaso, andando contro questa argomentazione, cita dapprima Agostino: «Scriptura quae testamentum vetus vocatur, quadrifariam traditur, scilicet, secundum historiam, secundum aetiologiam, secundum analogiam, secundum allegoriam»; e successivamente fa riferimento ad un passo di san Gregorio, il quale dice che la Sacra Scrittura in uno stesso e identico discorso, mentre racconta un fatto, annuncia un mistero: «uno eodemque sermone, dum narrat gestum, prodit mysterium».

Tommaso perviene alla conclusione che le parole della Sacra Scrittura, oltre al senso storico o letterale (sensus historicus vel litteralis) hanno anche un senso spirituale, il quale è fondato sopra quello spirituale e lo presuppone (sensus spiritualis, qui super litteralem fundatur, et eum supponit).
Il senso spirituale ha una triplice suddivisione: allegorico, morale (o tropologico) e anagogico. La molteplicità di questi sensi – secondo Tommaso – non porta all’equivocità: non c’è da temere delle confusioni nella sacra Scrittura, perché tutti gli altri sensi si fondano su un solo senso, quello letterale, dal quale solo è lecito argomentare: «Et ita etiam nulla confusio sequitur in sacra Scriptura, cum omnes sensus fundentur super unum, scilicet litteralem; ex quo solo potest trahi argumentum».

L’articolo decimo termina con un accenno al senso parabolico, che è incluso nel senso letterale. Intale caso il senso letterale non è a figura, ma il figurato. Quando, ad esempio, nella Bibbia si parla del braccio di Dio, il senso letterale non è che in Dio vi sia questo membro corporale; ma ciò che tale membro simboleggia, cioè la potenza operativa.

Lorenzo Cortesi

Ho già avuto modo di trattare il tema dei sensi della Scrittura in altri precedenti articoli, ai quali rimando:
https://blogphilosophica.wordpress.com/2018/03/05/de-lubac-i-quattro-sensi-della-scrittura/
https://blogphilosophica.wordpress.com/2018/03/06/de-lubac-i-padri-della-chiesa-e-i-sensi-della-scrittura/

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