LOCKE: SULLA TOLLERANZA

LOCKE: SULLA TOLLERANZA
il segno distintivo della vera chiesa è la tolleranza

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John Locke (1632-1704) è spesso indicato come il padre del liberalismo. In realtà Locke non è nato liberale. Egli aderì agli ideali del liberalismo solo all’età di 40 anni, ma da quel momento diventò il diffusore e il difensore del principio di tolleranza. Perseguitato dalla reazionaria monarchia degli Stuart, Locke emigrò in Olanda dove scrisse la Lettera sulla tolleranza (1685). In questo scritto Locke dice che la tolleranza è caratteristica propria del cristianesimo. Non le dottrine teologiche, non i dogmi, non i pronunciamenti e le argomentazioni dotte: queste cose – secondo Locke – non sono la parte costitutiva e fondamentale della religione cristiana. Si profila un tipo di cristianesimo pratico, etico e non piuttosto teologico e dogmatico. Chi è infatti il vero cristiano? Non colui che sa, che conosce la dottrina, ma colui che pratica la carità, la mitezza, la benevolenza verso tutti gli uomini.

Leggiamo un passo della lettera: «Poiché mi chiedete la mia opinione sulla tolleranza reciproca tra i Cristiani, vi rispondo in poche parole che la ritengo il principale segno distintivo della vera chiesa. Infatti, per quanto alcuni possano vantare antichità di luoghi di culto e di titoli, o magnificenza di riti; altri la riforma a cui hanno sottoposto il loro insegnamento; e tutti infine l’ortodossia della loro fede (perché ciascuno è ortodosso per se stesso), questi, ed altri dello stesso genere, possono essere segni di una contesa tra uomini, per il potere e il dominio, anziché segni della chiesa di Cristo. Uno che possegga tutte queste doti non è ancora cristiano, se manca di carità, di mitezza e di benevolenza verso tutti gli uomini in generale, anche quelli che non professano la fede cristiana. La tolleranza verso coloro che hanno opinioni diverse in materia di religione è a tal punto consona al Vangelo e alla ragione, che appare una mostruosità che ci siano uomini ciechi, di fronte a una luce così chiara».

Lorenzo Cortesi

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