LO SPETTACOLO DELLA CROCIFISSIONE

LO SPETTACOLO DELLA CROCIFISSIONE

il racconto di Marco 

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La crocifissione – Giotto

24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. 25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. 27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. 28. 29I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 33Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». 36Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso.  39Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!». 40C’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
(Mc 15,24-41)

Se  può essere utile, schematizzo questo  brano del capitolo XV del Vangelo secondo Marco in tante piccole unità, in tante piccole scene dell’unico grande spettacolo. Se ne possono ricavare almeno cinque:

  1. vv. 24-28: la crocifissione (attenzione al v. 28 che viene omesso dalla Bibbia di Gerusalemme e dall’edizione della CEI, che si usa nella liturgia, perché si trova in pochi codici). Si notino in questa prima scena i riferimenti all’AT.
  2. vv. 29-32: derisione e oltraggi nei confronti di Gesù da parte di tre gruppi di persone
    (i passanti, i sommi sacerdoti e gli scribi, i due ladroni che erano stati crocefissi con lui).
  3. vv. 33-37: la morte di Gesù. La morte di Gesù è preceduta dal grido delle parole del Salmo 22. Alcuni dei presenti, facendosi scherno di Gesù, storpiano il termine aramaico Eloì (Dio) che per un gioco di parole richiama il nome di Elia e dicono: “Ecco, chiama Elia” (v. 35b). Secondo una credenza giudaica Elia veniva in aiuto ai giusti nel momento del bisogno. Si comprende in tal modo quell’ulteriore espressione pronunciata a mo’di dileggio: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce” (v. 36b). Il particolare dell’aceto dato a Gesù tramite una spugna fissata in cima ad una canna è ricordato da tutti gli evangelisti e i sinottici in particolare lo hanno considerato come un gesto ostile che rimanda al Sal 69,22. Questa bevanda acidula non va confusa con il vino mescolato con fiele, bevanda inebriante offerta ai condannati prima della crocifissione per attenuarne la sofferenza (cfr. v. 23) e che Gesù non ha voluto bere.
  4. vv. 38-39: lo squarciamento del velo del tempio che simboleggia la fine dell’antico culto mosaico e la proclamazione di Gesù, quale vero figlio di Dio, da parte del centurione romano che gli stava di fronte. Questo particolare con il quale si chiude la vita terrena di Gesù rinvia all’inizio del Vangelo di Marco (cfr. 1,1). L’affermazione iniziale è stata spiegata e dimostrata attraverso tutto il Vangelo, per cui si può concludere: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”.
  5. vv. 40-41: il gruppo delle donne è un gruppo che tutti gli evangelisti sono attenti a ricordare. Tre in particolare sono presentate con il loro nome: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses e Salome. Sono tre donne tra quelle che hanno seguito e servito Gesù fin dalla Galilea. Sono le tre che subentrano ai tre discepoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) dopo che insieme agli altri abbandonarono Gesù al suo destino (cfr. Mc 14,32-33;50). Quei discepoli che all’inizio del Vangelo avevano abbandonato tutto per seguire Gesù (cfr. Mc 1,16-20), ora abbandono proprio Gesù. Le tre discepole, invece, insieme a molte altre donne, rimangono e, sebbene a distanza come racconta Marco, sono testimoni della morte di Gesù. Probabilmente sono quelle stesse donne che facevano parte del seguito di Gesù (cfr. Lc 8,2-3).

 Lorenzo Cortesi

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