LO SCANDALO DELLA CROCE

LO SCANDALO DELLA CROCE 

tutti rimarrete scandalizzati

locandina

Il racconto della crocifissione di Gesù secondo Marco (15,24-41) mi suggerisce diverse riflessione. Bisogna prima di tutto considerare il senso della croce, che è al centro dello spettacolo. Di quel tragico supplizio Marco ci ha tramandato perfino le ore: erano le 9 del mattino (v. 25);  venuto mezzogiorno (v. 33); alle tre (v. 34). La chiesa primitiva, come ci ricorda il libro degli Atti, basava su questo schema cronologico i momenti della sua preghiera (cfr. At 2,15; 3,1; 10,9). Nella liturgia delle ore sono stati conservati questi stessi tre momenti (soprattutto ricordati dagli inni e dagli oremus del venerdì).

Partire dalla croce, dunque, e contemplare la croce. La croce costituisce un vero e proprio scandalo. Lo scandalo è inscritto nella natura della passione e della croce. Gesù aveva associato la parola scandalo alla croce quando aveva detto: «Beato colui che non si scandalizza di me!» (cfr. Mt 11,6). Ma sempre in collegamento con la croce aveva anche aggiunto: «Tutti rimarrete scandalizzati» (Mc 14, 27). Cristo crocifisso, oggetto della predicazione apostolica è dunque scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani  come dirà san Paolo (cfr. 1Cor 1,23).
In questo nucleo scandaloso è racchiusa la grandezza del cristianesimo!

Quando nel 2004 era uscito il film La passione di Cristo di Mel Gibson si era gridato allo scandalo: molti lamentava l’antisemitismo, i tratti cruenti della descrizione della passione, un vero e proprio mattatoio all’insegna del sadismo, un Cristo maciullato. Non c’era una parte del suo corpo che non fosse coperto di sangue e di piaghe. Un prodotto cinematografico, incentrato sulla croce, che ha creato scandalo, perché presentandoci la passione con i tratti più sanguinosi e cruenti, come quasi certamente è storicamente avvenuto , ha distrutto d’un colpo i tanti Cristi zuccherosi e sdolcinati di Hollywood. Se sono questi gli scandali della croce ben vangano! Ci fanno riflettere e ci stimolano a riprendere in mano il racconto dei Vangeli, per tentare di penetrare nel senso della croce.

Lorenzo Cortesi

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